Arch. Massimiliano Baquè

Serre di Rapolano, Riqualificazione del polo delle cave di travertino

Percorrendoquotidianamente le strade che dall’abitato di Serre di Rapolano conducono all’area di coltivazione delle cave di travertino, le strade minori e di cantiere che tale ambito solcano, il carattere del paesaggio che balza agli occhi è quello di un preminente e dominante contesto antropizzato nella sua forma più invasiva, sotto ogni punto di vista.

Le forme e legeometrie del paesaggio, i tracciati stradali, i varchi, gli scorci, tutto parla dell’intervento dell’uomo e della sua attività industriale di estrazione del prezioso materiale lapideo.

Perfino le areenon più in coltivazione con i ripristini già attuati in chiave agricola, testimoniano la obbligata, quanto velleitaria ed inefficace, mimesi con un ideale assetto agricolo originale, ormai irrimediabilmente perduto.

Se dal punto divista naturalistico l’attività di estrazione, e le conseguenti azioni legate al ciclo estrattivo, possono senza dubbio definirsi ferite per il contesto ambientale, tali ferite sono dal punto di vista economico, sociale ed imprenditoriale la storia stessa di questo territorio. L’attività estrattiva ha condizionato, ma anche promosso, lo sviluppo economico dell’abitato di Serre di Rapolano nell’equilibrio delle forme, colori e materiali che oggi possiamo apprezzare; ha dato impiego alla sua popolazione per oltre mezzo secolo di attività industriale, andando a costituire un bagaglio materiale di benessere economico ed integrazione sociale importante, ed un bagaglio immateriale di conoscenze tecniche e artistiche, capacità imprenditoriale che si innalza ad esempio nel panorama economico regionale.